Individualizzazione di azioni educative al Nido - Buone pratiche
Il seguente articolo nasce da una serie di riflessioni per individuare delle buone pratiche su come le educatrici di asilo nido possano concretamente operare l’individualizzazione delle loro azioni educative, cioè come proporre in concreto un’azione educativa a ciascun bambino in maniera differenziata e calibrata su di lui.
Le seguenti buone pratiche vogliono essere uno spunto per le educatrici di asilo nido, e non vogliono essere né esaustive né assolute. Esse nascono principalmente per essere discusse nel gruppo di lavoro e inserite nel progetto educativo e nella programmazione didattica. Alcune sono invece relative alla gestione pratica delle singole situazioni educative. L'articolo è stato curato dalla psicologa Milena De Giorgi, partendo da una serie di riflessioni sviluppate all'interno di varie equipe educative di Nidi d'infanzia.
Importanza per le educatrici di buone pratiche di individualizzazione
L’importanza per le educatrici di buone pratiche di individualizzazione elaborate, discusse e condivise a livello di gruppo di lavoro consiste nell’affrontare i problemi della vita lavorativa negli asili nido con più tranquillità e risolverli con più efficacia ed efficienza.
Vedremo ora 6 ambiti in cui è utile esplicitare l’individualizzazione educativa e applicare delle buone pratiche:
- Visione della crescita e dello sviluppo dei bambini
- Progetto Educativo
- Programma Didattico
- Situazione educativa in atto
- Interazioni Educatrici - Bambini
- Relazioni con le famiglie
Nota - Individualizzazione e Personalizzazione
Nota. Individualizzazione e Personalizzazione
In Progetto Asilo Nido abbiamo usato il termine “individualizzazione”, non ritenendolo un sinonimo di “personalizzazione”, sulla scorta di alcuni autori (vedi ad esempio: Bondioli & Mantovani, 2001).
Infatti, in pedagogia si parla di “individualizzazione” quando il docente, per raggiungere un obiettivo comune a tutto il gruppo, individua un percorso specifico per ogni studente. In altre parole, l’obiettivo educativo è comune e l’educatrice decide percorsi differenti per soggetti differenti.
In pedagogia si parla invece di “personalizzazione” quando il processo e il percorso sono definiti in modo interattivo tra studente e docente. Lo studente, con il supporto del docente e attraverso le risorse messe a disposizione, stabilisce in che specifico settore e in che modo desidera costruire il proprio percorso di apprendimento ed individua quindi obiettivi personalizzati. Personalizzazione è quindi un termine adatto all’educazione degli adulti e in particolare alla formazione continua.
Esempi di individualizzazione per l’asilo nido sono: a) Menu per il pranzo diversi per i vari bambini; b) Lasciare che il bambino sperimenti le proprie modalità di espressione grafica.
Un esempio di personalizzazione per l’asilo nido si ha quando l'educatrice propone al bambino la scelta tra diversi strumenti di disegno.
1. Visione della crescita e dello sviluppo dei bambini
È utile alle educatrici di asilo nido focalizzarsi su una visione della crescita e dello sviluppo dei bambini che espliciti chiaramente l’individualizzazione; tale visione deve essere condivisa all’interno dell’intero gruppo di lavoro. Questo può essere convenientemente fatto nella definizione della “vision” e della “mission” degli asili nido stessi (ad esempio nella Carta dei Servizi), o inserendola nel progetto educativo. Tale visione permetterà, nella pratica quotidiana, di affrontare con calma eventuali imprevisti e problemi basandosi su principi espliciti.
La visione individualizzata della crescita e dello sviluppo dei bambini deve considerare esplicitamente almeno i seguenti 2 punti:
a) Consapevolezza dell’individualizzazione nell’elaborazione e programmazione proposta delle situazioni educative
a) Consapevolezza dell’individualizzazione nell’elaborazione e programmazione proposta delle situazioni educative
Quando le educatrici programmano una situazione educativa, lo fanno in genere (per comodità e per uniformità progettuale) in termini di fascia di età o gruppo di bambini. Questo però non deve far dimenticare che, dopo la predisposizione dell’attività, i bambini devono essere seguiti individualmente.
Nel caso il gruppo sia disetaneo con grandi differenze nelle fasi di sviluppo (si pensi alla sezione “medi”, 12-24 mesi circa, e a quanti cambiamenti avvengono nei bambini in quell’anno), è consigliabile prevedere esplicite variazioni nelle situazioni educative.
Un esempio è la “seconda fase” del Cestino dei Tesori, quando i bambini iniziano a camminare (vedi Gioco euristico - Cestino dei tesori e Gioco euristico - Isole dei tesori).
Un altro esempio è dato dalla routine del cambio per bambini di 24-36 mesi (vedi Routine al Nido - Cambio) : una fascia d’età che presenta grande variabilità soggettiva per quanto riguarda il controllo sfinterico e che richiede quindi massima flessibilità alle educatrici.
2. Progetto educativo
Il progetto educativo è il documento che esplicita le basi delle interazioni educative tra educatrici e bambini. È logico quindi che l’individualizzazione vi compaia in maniera esplicita, durante tutta l’elaborazione.
È possibile esplicitare, nel progetto educativo, alcune buone pratiche relative alla individualizzazione. In particolare è bene prevedere:
1. Applicazione concreta ed esplicita della ZPS propria di ciascun bambino
1. Applicazione concreta e esplicita della Zona Prossimale di Sviluppo propria di ciascun bambino
In pratica, la Zona Prossimale di Sviluppo secondo Vygotskij (ZPS) riguarda ciò che il bambino è quasi in grado di fare da solo, e che quindi con l’aiuto dell’educatrice può affrontare.
I punti da evidenziare sono:
- Lo sviluppo (su cui valutare la ZPS) è individuale, cioè proprio di ciascun bambino;
- L’aiuto dell’educatrice permette un’estrema individualizzazione.
Chiaramente (punto a) lo sviluppo deve essere osservato in maniera precisa per ciascun bambino (vedi punto 7 seguente).
3. Programma didattico
Il Programma didattico è il documento che dettaglia le attività educative strutturate proposte dalle educatrici di asilo nido ai bambini. È logico quindi che l’individualizzazione vi sia indicata in maniera esplicita, attività per attività, in particolare per quanto riguarda:
1. Attività che stimolano, coinvolgono e motivano ciascun bambino
1. Attività che stimolano, coinvolgono e motivano ciascun bambino
L’individualizzazione di una attività, dal punto di vista di un bambino, si basa su:
- Concentrare la propria attenzione
- Essere coinvolto
- Essere motivato secondo le proprie necessità
In pratica:
- Ciascun bambino fa attenzione in maniera diversa a ciò che l’educatrice gli propone (ad esempio: Richards, 2005). In particolare è importante ricordare che il bambino fa attenzione a qualcosa che è relativamente nuovo e complesso (ad esempio: Courage & Richards, 2008). Le situazioni educative devono quindi essere programmate in maniera tale da poter essere uno stimolo all’attenzione da parte di ciascun bambino.
- Innescata l’attenzione del bambino, il bambino è coinvolgibile nell’attività. L’educatrice di asilo nido però sa che non è sufficiente questo primo coinvolgimento: vedi punto 2 seguente.
- Osservare attentamente i segnali di noia dei bambini, ed eventualmente modificare la situazione educativa, ad esempio ampliandola a qualcos’altro.
4. Situazione educativa in atto
L’individualizzazione deve essere concretamente messa in atto da parte dell’educatrice di asilo nido durante la proposta della situazione educativa e il suo svolgimento. Per individualizzare l’azione educativa, è consigliabile per l’educatrice:
1. Incoraggiare le scelte personali dei bambini
1. Incoraggiare le scelte personali dei bambini
Dal punto di vista dell’educatrice di asilo nido, un semplice e veloce mezzo per individualizzare una situazione educativa è incoraggiare le scelte che ciascun bambino compie per l’uso di tempo, materiale, spazi e risorse che sono messe a disposizione. Altrettanto incoraggiate devono essere le “divagazioni” rispetto a quanto l’educatrice ha ipotizzato come svolgimento di un’attività (si pensi all’uso simbolico che ciascun bambino può fare di qualsiasi oggetto).
Spesso l’incoraggiamento è richiesto dal bambino tramite la ricerca di un contatto oculare con l’educatrice, in altri casi il bambino (dai 24 mesi) chiederà a gran voce l’attenzione dell’educatrice con esclamazioni tipo “guarda!”.
Per incoraggiare le scelte di ciascun bambino, l’educatrice dovrà semplicemente rispondere al bambino e sorridergli, esprimendo sia verbalmente, sia non, il piacere di vederlo compiere tale scelta.
5. Interazioni Educatrici-Bambini
Qui sono raccolte alcune indicazioni che permettono d’individualizzare l’azione educativa delle educatrici nelle varie situazioni (strutturate, non strutturate, routine, transizioni). Ricordiamo che le routine ricoprono la maggior parte del tempo che il bambino passa all’asilo nido.
Per l’individualizzazione delle interazioni tra educatrice di asilo nido e bambino vedremo i seguenti punti:
1. Educatrici sensibili e responsive
1. Educatrici sensibili e responsive
Dal punto di vista dell’educatrice di asilo nido, il primo passo per individualizzare una qualsiasi interazione è essere sensibile e prestare attenzione a quanto il bambino esprime con il suo comportamento, postura, gesti, parole, ecc.
Il secondo passo è rispondere a quanto espresso dal bambino, sia esso un bisogno o una semplice richiesta di condivisione.
Nota. È interessante notare che il metodo della cura responsiva (vedi Cura Responsiva al Nido – Modello operativo) raccoglie questi 5 punti in maniera organica e esalta l’individualizzazione delle azioni educative dell’educatrice di asilo nido.
6. Relazioni con le famiglie
È consigliabile rendere manifesta l’attenzione per l’individualizzazione delle azioni educative alle famiglie. Un buon sistema consiste nel raccogliere le informazioni che il genitore fornisce all’entrata in forma sistematica e scritta (ad esempio: su una scheda con il nome del bambino ben indicato). Inoltre, questo sistema facilita la trasmissione delle informazioni tra le educatrici che si succederanno in turno.
Due esempi d’individualizzazione delle azioni educative in asilo nido rivolti alle famiglie sono il Progetto di controllo sfinterico (vedi Controllo sfinterico al nido – Progetto) e una documentazione costante (vedi Documentazione al Nido e articoli collegati) che renda evidente a ciascun genitore l’individualizzazione educativa verso il proprio figlio. Abbiamo osservato in anni di lavoro che questo tipo di documentazione è particolarmente apprezzato dalle famiglie, poiché rende trasparente (e condivisibile) all’esterno il modo in cui si opera in asilo nido e le coinvolge maggiormente nella vita del servizio e nell’agire quotidiano delle educatrici verso i loro figli.
Bibliografia
Bondioli A., Mantovani S. (2001). “Manuale critico dell'asilo nido”. FrancoAngeli ed.
Courage M. L. & Richards J. E., (2008) “Attention”. In Haith M. M. & Benson J. B., (Eds). “Encyclopedia of Infant and Early Childhood Development”. Academic Press. Pag. 109-110
Richards J. E., “Attention” (2005). In Hopkins B., Barr R. G., Michel G. F. & Rochat P., (Eds). “The Cambridge Encyclopedia of Child Development”. Cambridge University Press, New York. Pag. 283
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Conclusione - Individualizzazione di azioni educative al Nido - Buone pratiche
In questo articolo abbiamo proposto alcune riflessioni, condensate in buone pratiche, su come le educatrici di asilo nido possano concretamente operare l’individualizzazione delle loro azioni educative, cioè come possano proporre in concreto un’azione educativa a ciascun bambino in maniera differenziata e calibrata su di lui. Abbiamo visto i 6 ambiti in cui è utile esplicitare l’individualizzazione educativa e applicare delle buone pratiche: 1) Visione della crescita e dello sviluppo dei bambini; 2) Progetto Educativo; 3) Programma Didattico; 4) Situazione educativa in atto; 5) Interazioni Educatrici - Bambini; 6) Relazioni con le famiglie. Per ciascun ambito abbiamo analizzato in dettaglio alcune buone pratiche su come le educatrici di asilo nido possano operare l'individualizzazione delle proprie azioni e pratiche educative.