Cura Responsiva e Sviluppo del Linguaggio al Nido
In questo articolo proporremo a educatrici e genitori alcune analisi e riflessioni su quali aspetti della cura responsiva sono importanti per la promozione dello sviluppo del linguaggio in asilo nido, in modo da poterli inserire a tal scopo non solo nel proprio agire quotidiano, ma anche nel Progetto Educativo e nella Programmazione Didattica. Inoltre, questo articolo, curato dalla psicologa Milena De Giorgi, mira a fornire indicazioni alle educatrici per poter meglio comprendere come il proprio stile educativo di cura responsiva influenzi lo sviluppo del linguaggio di un bambino.
Importanza della cura responsiva al nido per lo sviluppo del linguaggio
Prendersi cura in maniera responsiva di un bambino - sia da parte dei genitori, sia delle educatrici di asilo nido -, è di estrema importanza per promuovere efficacemente lo sviluppo del linguaggio. Infatti, molte ricerche hanno evidenziato che i bambini imparano meglio quando gli adulti sono sensibili ai loro bisogni e vi rispondono in maniera responsiva (per un compendio, vedi Shonkoff & Phillips 2000).
Dal punto di vista di una educatrice di asilo nido, i motivi dell’importanza della cura responsiva sono molteplici, ai fini dello sviluppo del linguaggio.
Ad esempio, la cura responsiva permette ad una educatrice di creare facilmente occasioni di attenzione congiunta, di interagire “a turni” nella verbalizzazione con il bambino, di offrire rinforzi positivi e ripetizioni. Queste azioni si sono dimostrate particolarmente efficaci per lo sviluppo del linguaggio (Howes, 2000; Tamis-LeMonda et al, 1996; Tamis-LeMonda, Bornstein & Baumwell, 2001; Tomasello & Farrar, 1986), non solo in asilo nido ma anche nella scuola dell’infanzia (Hirsh-Pasek & Burchinal, 2006).
Nota: la cura responsiva è definita in “Cura Responsiva al Nido - Definizione”.
Cura responsiva e il gruppo di bambini al Nido
Un aspetto operativo particolare, tipico dell’asilo nido, è la necessità di prestare cure responsive a ciascun singolo bambino in maniera individuale e specifica, pur dovendo una educatrice necessariamente interagire con più bambini alla volta (situazioni di piccolo gruppo o grande gruppo). Le situazioni con più bambini presenti tendono a ridurre le interazioni responsive, come ben sanno le educatrici (vedi anche Evans et al, 2010).
Da qui la necessità di programmare momenti e situazioni in cui sia possibile concentrarsi (a turno) su ciascun bambino. Ciò può essere fatto:
- Nel progetto educativo (ad esempio: modifiche delle routine, costituzione di routine cognitive, momenti di gioco libero, osservazioni dedicate)
- Nel programma didattico (ad esempio: considerando tempi dedicati a turno alle interazioni individuali all’interno delle varie attività di gruppo)
- Nel proprio agire educativo; alcuni esempi a tal riguardo sono in “Cura Responsiva al Nido – Modello operativo”
Sviluppo del linguaggio e cura responsiva
Vari autori, con i loro lavori, hanno evidenziato l’importanza della cura responsiva, cioé di risposte da parte dei caregiver che siano pronte, coerenti con la situazione e appropriate alla soddisfazione del bisogno espresso. Questo sia se la cura responsiva è prestata dai genitori (Landry et al, 2001; Tamis-LeMonda & Bornstein, 2002), sia dalle educatrici di asilo nido (Burchinal et al., 1997, 2000; NICHD ECCRN, 2000, 2002; Peisner-Feinberg & Burchinal, 1997).
Già Ainswoth (1973), seguita da altri ricercatori, ritiene che tali modalità siano importanti in quanto permettono ai bambini lo sviluppo dell’auto-efficacia, della motivazione e del legame di attaccamento sicuro (vedi anche: Bornstein et al., 1992; Matas, Ahrend, & Sroufe, 1978; Skinner, 1986; Watson, 1985).
Alcuni di questi bisogni, che la cura responsiva permette di soddisfare in maniera corretta (dal punto di vista della evoluzione del bambino), sono relativi allo sviluppo del linguaggio, quindi alcuni ricercatori hanno cercato le relazioni tra la cura responsiva e tale aspetto della crescita del bambino.
Tutte queste ricerche individuano quindi alcuni punti chiave della cura responsiva che possono essere utili alle educatrici di asilo nido, e ai genitori che lo desiderano, per promuovere in maniera mirata lo sviluppo del linguaggio.
Cura responsiva, risposte al bambino e sviluppo del linguaggio
Un particolare aspetto della cura responsiva è rappresentato dalle risposte che ogni educatrice dà al bambino, secondo il proprio stile educativo e di relazione. In particolare, sono comunemente presenti due tipi di risposta (Bornstein et al, 1992):
- Risposta responsiva alle vocalizzazioni e chiamate del bambino
- Risposta responsiva alle esplorazioni del bambino
Inoltre, queste risposte possono variare in maniera naturale da adulto ad adulto (vedi anche Gros-Luis et al, 2006), oltre che per stile educativo; costituiscono, infatti, un insieme di strumenti educativi facilmente personalizzabili. Infine, queste risposte trovano nella cura responsiva una loro propria naturale applicazione, che ne aumenta l’efficacia per lo sviluppo del bambino – non solo del linguaggio (Shonkoff & Phillips, 2000).
Vediamo ora alcuni dettagli delle risposte responsive in funzione della promozione dello sviluppo del linguaggio.
Multidimensionalità della cura responsiva
Come abbiamo appena accennato, la cura responsiva non è un sistema prefissato di azioni, bensì un insieme multidimensionale di interazioni che l’educatrice sviluppa con ciascun bambino. È chiaro che le azioni alla base di tali interazioni possono essere fatte proprie e poi attuate da ciascuna educatrice di asilo nido secondo un proprio stile; ad esempio: verbalizzando di più l’azione del bambino sull’oggetto, o sulle caratteristiche dell’oggetto, o proponendogli una interazione con un pari, ecc.
In effetti, molte ricerche hanno scomposto la cura responsiva, evidenziando le relazioni specifiche di ciascun aspetto con le capacità linguistiche del bambino, asseconda del suo sviluppo (ad esempio: Bornstein, 1989; Bornstein & Tamis-LeMonda, 1997; Keller et al, 1999; Tamis-LeMonda et al, 1996; Tamis-LeMonda, 1996; Wachs, 1992).
Oltre alle differenze di stile dell’educatrice, è stato evidenziata l’importanza che questa risponda in maniera coerente alla fase evolutiva del bambino: crescendo, per il bambino cambiano sia i suoi bisogni, sia il modo in cui li esprime. Ad esempio, a 9-12 mesi molte interazioni sono iniziate con vocalizzazioni da parte del bambino, mentre a 15-18 mesi, col progredire dello sviluppo sensomotorio, assumono maggior importanza le interazioni basate sull’esplorazione.
Nota: questa necessità di essere coerenti allo sviluppo di ciascun bambino porta l’educatrice ad analizzare il proprio stile di responsività e eventualmente adattarlo a quanto è funzionale in quel momento ad una migliore crescita armonica del bimbo. Infatti, una maggior propensione a rispondere verbalmente alle vocalizzazioni è perfetta per bambini di 9-12 mesi; invece, per bambini di 18-24 mesi (che apprezzano maggiormente le esplorazioni, spaziali e non, e il gioco connesso), tale tipo di responsività rischia di non essere sufficiente per una efficace promozione dello sviluppo del loro linguaggio.
Vediamo gli aspetti educativi della cura responsiva più utili ad una efficace promozione dello sviluppo del linguaggio, in modo che ogni educatrice di asilo nido possa adattarli al proprio stile di interazione con i bambini.
Cura Responsiva e Sviluppo del Linguaggio al Nido - Bibliografia
Clicca per visualizzare la bibliografia in dettaglio:
- Ainsworth, M. D. S., (1973): “The development of infant-mother attachment”. In B. M. Caldewell & H. N. Ricciuti (Eds.), Review of child development research: Vol 3. Child development and social policy (pp. 1–94). Chicago: University of Chicago Press
- Akhtar, N., Carpenter, M., & Tomasello, M. (1996): “The role of discourse novelty in children’s early word learning”. Child Development, 67, 635–645
- Baldwin, D. A., & Markman, E. M. (1989): “Establishing word-object relations: A first step”. Child Development, 60, 381–398
- Barnes, S. B., Gutfreund, M., Satterly, D. J., & Wells, C. G., (1983): “Characteristics of adult speech which predict children’s language development”. Journal of Child Language, 10, 65–84.
- Bloom, L. (1993): “The transition from infancy to language”. New York: Cambridge University Press
- Bloom, L. (1998): “Language acquisition in its developmental context”. In D. Kuhn & R. S. Siegler (Ed.), W. Damon (Series Ed.), “Handbook of child psychology: Vol. 2. Cognition, perception, and language”, (5th ed., pp. 309–370). New York: Wiley
- Bloom, L., Margulis, C., Tinker, E., & Fujita, N. (1996): “Early conversations and word learning: Contributions from child and adult”. Child Development, 67, 3154–3175
- Bornstein, M. H. (1989): “Maternal responsiveness: Characteristics and consequences”. San Francisco: Jossey-Bass
- Bornstein, M. H., Tamis-LeMonda, C. S., Tal, J., Ludemann, P., Toda, S., Rahn, C. W., Pecheux, M., Azuma, H., & Vardi, D. (1992): “Maternal responsiveness to infants in three societies: America, France, and Japan”. Child Development, 63, 808–821
- Bornstein, M. H., & Tamis-LeMonda, C. S. (1997): “Mothers’ responsiveness in infancy and their toddlers’ attention span, symbolic play, and language comprehension: Specific predictive relations”. Infant Behavior and Development, 20, 283–296
- Burchinal, M. R., Campbell, F. A., Bryant, D. M., Wasik, B. H., & Ramey, C. T., (1997): “Early intervention and mediating processes in cognitive performance of children of low-income African American families”. Child Development, 68, 935–954
- Burchinal, M. R., Roberts, J. E., Riggins, R., Zeisel, S. A., Neebe, E., & Bryant, D., (2000): “Relating quality of center-based child care to early cognitive and language development longitudinally”. Child Development, 71, 338–357
- Carpenter, M., Nagell, K., & Tomasello, M. (1998): “Social cognition, joint attention and communicative competence from 9 to 15 months of age”. Monographs of the Society for Research in Child Development, 63 (4, Serial N° 255)
- Clarke-Stewart, K., VanderStoep, L., & Killian, G. (1979): “Analyses and replication of mother-child relations at two-years of age”. Child Development, 50, 777–793
- Cross, T. G. (1978): “Mothers’ speech and its association with rate of linguistic development in young children”. In N. Waterson & C. Snow (Eds.), The development of communication. Chichester, U.K.: Wiley
- Evans, G. W., Ricciuti, H. N., Hope, S., Schoon, I., Bradley, R. H., Corwyn, R. F., et al., (2010): “Crowding and cognitive development. The mediating role of maternal responsiveness among 36-month-old children”. Environment and Behavior, 42(1), 135-148
- Gros-Louis J., West M.J., Goldstein M.H., King A.P., (2006): “Mothers provide differential feedback to infants’ prelinguistic sounds”. International Journal of Behavioral Development, 2006, 30 (5), 112–119
- Hirsh-Pasek, K., Burchinal M., (2006): “Mother and Caregiver Sensitivity Over Time: Predicting Language and Academic Outcomes With Variable- and Person-Centered Approaches”. Merrill-Palmer Quarterly, vol. 52, n° 3, (449-485)
- Howes, C., (2000): “Social-emotional classroom climate in child care, child-teacher relationships and children's second grade peer relations”. Social Development, vol. 9, no. 2, pp. 191–204, 2000
- Keller, H., Lohaus, A., Voelker, S., Cappenberg, M., & Chasiotis, A. (1999): “Temporal contingency as an independent component of parenting behavior”. Child Development, 70, 474–485
- Landry, S. H., Smith, K. E., Swank, P. R., Assel, M. A., & Vellet, S., (2001): “Does early responsive parenting have a special importance for children’s development or is consistency across early childhood necessary?”. Developmental Psychology, 37, 387–403
- Matas, L., Arend, R. A., & Sroufe, L. A. (1978): “The continuity of adaptation in the second year: Relation between quality of attachment and later competence”. Child Development, 49, 547–556
- McCune, L. (1995): “A normative study of representational play at the transition to language”. Developmental Psychology, 31, 198–206
- McGregor, K.K., Friedman, R.M., Reilly, R.M., Newman, R.M., (2002): “Semantic representation and naming in young children”. Journal of Speech, Language, and Hearing Research 2002; 45(2):332-346
- NICHD Early Child Care Research Network, (2000): “The relation of child care to cognitive and language development”. Child Development, 71, 958–978
- NICHD Early Child Care Research Network, (2002): “Early child care and children’s development prior to school entry: Results from the NICHD Study of Early Child Care”. American Educational Research Journal, 39, 133–164
- Peisner-Feinberg, E. S., & Burchinal, M. R., (1997): “Relations between preschool children’s child-care experiences and concurrent development: The Cost, Quality, and Outcomes Study”. Merrill-Palmer Quarterly, 43, 451–477
- Shonkoff J.P., & Phillips D.A. (Eds), (2000). “From Neurons to Neighborhoods: The Science of Early Childhood Development”. Committee on Integrating the Science of Early Childhood Development, Board on Children, Youth, and Families, U.S. National Academy of Sciences
- Skinner, E. A. (1986): “The origins of young children’s perceived control: Mother contingent and sensitive behavior”. International Journal of Behavioral Development, 9, 359–382
- Snow, C. E. (1989): “Understanding social interaction and language acquisition: Sentences are not enough”. In M. Bornstein & J. Bruner (Eds.), “Interaction in human development”, (pp. 83–103). Hillsdale, NJ: Erlbaum
- Tamis-LeMonda, C. S. (Ed.). (1996): “Parenting sensitivity: Individual, contextual and cultural factors in recent conceptualizations”. (Special issue), Early Development and Parenting, 5(4).
- Tamis-LeMonda, C. S., Bornstein, M. H., & Baumwell, L., (2001): “Maternal responsiveness and children's achievement of language milestones”. Child Development, vol. 72, no. 3, pp. 748–767, 2001
- Tamis-LeMonda, C. S., Bornstein, M. H., Baumwell, L., & Damast, A. M. (1996): “Responsive parenting in the second year: Specific influences on children’s language and play”. Early Development and Parenting, 5(4), 167–171
- Tamis-LeMonda, C. S., & Bornstein, M. H. (2002): “Maternal responsiveness and early language acquisition”. Advances in child development & behavior, 29, 89–127
- Tomasello, M., & Farrar, M. J. (1986): “Joint attention and early language”. Child Development, 57, 1454–1463
- Wachs, T. (1992): “The nature of nurture”. Newbury Park, CA: Sage
- Watson, J. S. (1985): “Contingency perception in early social development”. In T. Field & N. Fox (Eds.), Social perception in infants. Norwood, NJ: Ablex
- Zukow, P. (1991): “A socio-perceptual/ecological approach to lexical development: Affordances of the communicative context”. Anales de Psicologia, 7, 151–163
Cura Responsiva e Sviluppo del Linguaggio al Nido - Articoli collegati
Una riflessione generale delle aree in cui intervenire per la promozione dello sviluppo del linguaggio dei bambini di asilo nido è presentata in Sviluppo del Linguaggio al Nido - Aree di Promozione, mentre un’analisi dettagliata sui punti chiave da considerare in asilo nido nella promozione dello sviluppo del linguaggio è proposta in Sviluppo del linguaggio al Nido – Punti chiave di Promozione.
Per una riflessione su come l'educatrice di asilo nido possa promuovere il fenomeno della base sicura, vedi Educatrice come Base Sicura.
Per una definizione e una analisi di come l'attenzione congiunta educatrice-bambino sia fondamentale per l'azione educativa e lo sviluppo del bambino, vedi: Attenzione congiunta al Nido e sviluppo.
Un esempio molto interessante di promozione dello sviluppo del linguaggio dei bambini, che esalta il ruolo della cura responsiva, è la proposta di attività di lettura come illustrate in Lettura al Nido e Sviluppo del Linguaggio.
Cura Responsiva e Sviluppo del Linguaggio al Nido - Conclusioni
In quest’articolo abbiamo proposto ad educatrici di asilo nido e genitori alcune considerazioni sugli aspetti della cura responsiva più importanti per la promozione dello sviluppo del linguaggio dei bambini. Ci siamo inizialmente soffermati sul tipo di risposta che caratterizza la cura responsiva: a) Alle vocalizzazioni-chiamate del bambino; b) Alle esplorazioni. Partendo poi dalla considerazione che la cura responsiva è un insieme multidimensionale di interazioni, abbiamo osservato queste quattro sue caratteristiche fondamentali per la promozione dello sviluppo del linguaggio: 1) la cura responsiva come interazione socio-comunicativa reciproca; 2) la necessità dell’incremento nel tempo della cura responsiva; 3) Come la cura responsiva sia un contesto ideale per la coerenza semantica; 4) Come la cura responsiva sia un contesto ideale per far sperimentare al bambino concetti astratti quali le relazioni di tempo, causalità, ubicazione, dimensioni e ordine. Scopo di queste riflessioni è stimolare le educatrici di asilo nido e i genitori a comprendere in quale modo le proprie azioni di cura responsiva influenzino lo sviluppo del linguaggio dei bambini, anche al fine di migliorarne l’efficacia.