Attività e sviluppo a 18-24 mesi
In questo articolo proporremo alcuni suggerimenti per attività didattiche e buone pratiche educative, utili alle educatrici di asilo nido per bambini di età compresa tra 18 e 24 mesi, basate sul relativo sviluppo. Questo articolo, redatto dalla dottoressa Milena De Giorgi, si basa su Sviluppo del bambino 18-24 mesi, di cui riprende parzialmente la struttura dello sviluppo in otto ambiti.
Sviluppo e attività a 18-24 mesi
Le attività che una educatrice di asilo nido può inserire nel proprio progetto educativo si basano sullo sviluppo delle capacità e delle competenze che il bambino tra 18 e 24 mesi possiede o sta per conseguire (zona prossimale di sviluppo). I seguenti esempi di esperienze e attività possono ricadere in più ambiti, dato l’intreccio fra i vari punti della crescita del bambino.
Per una illustrazione dello sviluppo dei bambini di asilo nido nell’età 18-24 mesi si rimanda a Sviluppo del bambino 18-24 mesi.
Vediamo ora alcune attività relative allo sviluppo 18-24 mesi distinte nei seguenti ambiti.
- Nota sul tipo di interazione prevista
- Attività e sviluppo del linguaggio 18-24 mesi
- Attività e sviluppo dell’alfabetizzazione 18-24 mesi
- Attività e sviluppo socio-emotivo 18-24 mesi
- Attività e sviluppo motorio, benessere fisico e senso di sicurezza 18-24 mesi
- Attività e sviluppo dell’espressività creativa 18-24 mesi
- Attività e sviluppo degli approcci all'apprendimento 18-24 mesi
- Attività e sviluppo del pensiero matematico 18-24 mesi
- Attività e sviluppo del pensiero scientifico 18-24 mesi
Nota sul tipo di interazione prevista
Nota sul tipo di interazione prevista nelle attività 18-24 mesi
Tra 18 e 24 mesi, le interazioni al nido sono sia tra educatrice e bambino (uno a uno) sia tra pari (solitamente uno a uno): è di fondamentale importanza la presenza dei pari, con cui i bambini solitamente interagiscono in forma diretta uno a uno. Tre delle competenze che modificano in maniera sostanziale le interazioni tra educatrice e bambini avvengono proprio in questa età: lo sviluppo della frase (passaggio dalla olofrase alla frase con due o più parole), l’emergere dell’autonomia collegata al senso di identità, la manifestazione del gioco simbolico. In questa fase della crescita è importante che l’educatrice consideri i nascenti conflitti come una componente naturale della vita del bambino, legati essenzialmente a egocentrismo e rigidità cognitiva (incapacità di considerare alternative e punti di vista autonomi in modo autonomo). Questi conflitti sono gestibili dalle educatrici proponendo in modo attivo ai bambini più possibilità di scelta e incentivando i comportamenti di scambio tra pari.
L’educatrice di asilo nido deve operare con più bambini alla volta, quindi tra i 18 e 24 mesi una buona soluzione è sfruttare l’appetenza dei bambini allo stare assieme ai pari e le loro competenze sociali per proporre e sviluppare situazioni educative centrate sul piccolo gruppo (3-5 bambini).
È importante considerare che ora si hanno tre dimensioni diverse nelle interazioni educative: tra educatrice e singolo bambino, tra bambino e bambino (solitamente uno a uno), tra educatrice e più bambini che contemporaneamente si rivolgono a lei. A questa età acquisisce grande importanza il fenomeno del “social referencing”: il bambino valuta ciò che sta accadendo in base alle reazioni che manifestano i pari.
Attività e sviluppo del linguaggio 18-24 mesi
Attività e sviluppo del linguaggio 18-24 mesi
Tra 18 e 24 mesi lo sviluppo del linguaggio, cioè in sintesi la capacità di ascoltare, capire e comunicare diventa significativo dato che il bambino inizia a produrre le prime brevi frasi. Una educatrice di asilo nido deve essere in grado di sostenere e promuovere questo sviluppo, partendo dalla consapevolezza delle fasi di sviluppo e creando un ambiente favorevole e stimolante, ad esempio con un registro linguistico semplice e chiaramente percepibile dal bambino (frasi brevi e dirette con vocaboli sempre nuovi; uso del nome proprio sia del bambino sia dell’oggetto o azione). Lo sviluppo del linguaggio durante questo periodo influenzerà l'intera vita del bambino.
Tra 18 e 24 mesi il bambino è in grado di comprendere e comunicare sempre più verbalmente; in particolare:
- Risponde a semplici domande e indicazioni
- Inizia a dare indicazioni all’educatrice
- Ripete le parole dette da altri
- Inizia a usare frasi costituite da due parole, e comincia a usarle nel contesto corretto
Vediamo alcune attività relative allo sviluppo del linguaggio 18-24 mesi in dettaglio.
1. Risponde a semplici indicazioni e domande
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità del bambino di ascolto e comprensione per cui egli può seguire una semplice indicazione (una singola azione da eseguire) e comincia a rispondere alle domande poste. Inizialmente il bambino seguirà le indicazioni o risponderà alle domande prima con gesti, crescendo sempre più con le parole.
Buona pratica: Scegli tu
Tra 18 e 24 mesi, il bambino inizierà a rispondere alle domande e a seguire le indicazioni (prima fisicamente, crescendo sempre più verbalmente).
Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido deve offrire a ciascun bambino una scelta quando si rivolge a lui e attendere un attimo per dargli l'opportunità di iniziare a rispondere alle domande. Ad esempio: si propongono due giocattoli diversi, due oggetti diversi, ecc., con frasi quali “A., quale giocattolo vuoi? L’orso o la macchina?”, “A., quale giocattolo vuoi? Quello rosso o quello verde?”.
Buona pratica: Indicazioni
Tra 18 e 24 mesi, il bambino inizierà a seguire le indicazioni proposte dall’educatrice.
Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido deve dare indicazioni al bambino in maniera frequente. Tali indicazioni devono essere:
- Chiare e univoche, assegnando un nome preciso ad ogni cosa (“Anna, prendi il gioco rosso”, e non dire “Prendi un gioco di quelli là”)
- Semplici nella forma grammaticale (evitare avverbi, perifrasi, spiegazioni complesse)
- Dirette e coerenti con il contesto (“Anna, prendi il libro rosso”, con il libro rosso in luogo familiare o visibile al bambino, e non “Se ti va di leggere qualcosa, vai a prendere un libro nell’altra sezione”)
- Passo-passo (“Anna, prendi il libro rosso così leggiamo la storia”, poi quando avrà portato il libro: “Io tengo il libro, tu gira la pagina”, ecc.)
2. Inizia a dare indicazioni all’educatrice
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità di comprensione e di espressione dei propri bisogni del bambino per cui egli può esprimere all’educatrice un bisogno e indicare come soddisfarlo.
Nota: affermare come deve essere soddisfatto il suo bisogno e “indirizzare” l’educatrice promuove il suo nascente senso di autonomia.
Buona pratica: Dimmi tu
Tra 18 e 24 mesi, il bambino inizierà a esprimere (prima fisicamente e con gesti, crescendo sempre più verbalmente) all’educatrice un bisogno e indicare come soddisfarlo. Ad esempio: porta un libro all’educatrice e indica cosa vuole sia narrato, si tocca il pannolino e, fissando l’educatrice, dice “pipì, pipì”; propone un giocattolo per iniziare una nuova interazione con l’educatrice, ecc.
Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido deve riconoscere il tentativo di dare indicazioni da parte del bambino stesso, rispondendo in maniera sia empatica sia coerente con quanto egli chiede. È importante che le risposte tendano ad essere aperte e stimolare ulteriormente l’interazione da parte del bambino. Ad esempio: “Anna, ho visto che mi hai portato il libro della Pimpa! Cosa vuoi che facciamo con questo libro della Pimpa?”; sono da evitare frasi chiuse come “Vuoi che leggiamo il libro della Pimpa?”, che suggeriscono o impongono una sola risposta.
3. Ripete le parole dette da altri
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità di comunicazione del bambino per cui egli comincia a ripetere le parole che sono comunemente utilizzate negli ambienti in cui vive.
Buona pratica: è questo che vuoi dire?
Tra 18 e 24 mesi, il bambino inizierà a ripetere le parole che sente frequentemente. Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido deve fare attenzione a: quanto il bambino dice e, se le parole non sono correttamente pronunciate, intuire quale parola voleva riprodurre.
L’educatrice chiede al bambino: “è questa parola... che mi vuoi dire? O quest’altra?”
Spesso intuire la parola mal pronunciata può essere difficile. Di aiuto per le educatrici è l’analisi del contesto e le azioni del bambino che accompagnano la frase. Ad esempio, se la parola dell’educatrice non corrisponde a quella del bambino, questo manifesta espressioni facciali di delusione, girando gli occhi. L’educatrice non deve mai lasciare che un bambino si allontani senza aver tentato più volte di comprendere ciò che questo voleva dire, e deve trattenere il bambino coinvolgendolo nella ricerca della parola non capita.
L’educatrice ripete una o due volte la parola corretta, inserendola nella risposta che comprende la frase completa, e chiedendo conferma verbale al bambino.
4. Usa frasi di due parole
Il bambino comincia a usare frasi di due parole quando si effettua una richiesta o risponde ad una domanda.
Buona pratica: verbalizzazioni di estensione
Tra 18 e 24 mesi il bambino inizierà a rispondere utilizzando almeno due parole. Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido deve incoraggiarlo con affermazioni che estendono la parola usata dal bambino. Ad esempio se il bambino parla di una palla, l’educatrice può proporre una scelta tra la palla rossa e quella a strisce gialle. In pratica l’educatrice stimola il bambino ad utilizzare sempre più parole nella frase.
Questa pratica di verbalizzazione tramite estensione delle parole a frase completa può essere utile alle educatrici per comprendere il significato di frasi oscure ed incentivare ulteriormente lo sviluppo del linguaggio. In pratica le educatrici possono estendere le due parole della frase in maniera mirata, guidando il bambino verso una frase completa. Un esempio banale: “Anna palla” può essere esteso “Anna vuoi fare un gioco con la palla?”, “Vuoi la palla per fare un gioco o per metterla via?”; a questo punto di solito il bambino risponde con (gioco) o “Anna gioco” oppure “Anna via” (che significa: “Anna mette via la palla”) l’educatrice gli riformula la domanda con il significato compreso: “Ora ho capito, mi vuoi dire che vuoi giocare con questa palla e non metterla via.”
Questa pratica di verbalizzazione tramite estensione delle parole si applica facilmente anche alle richieste dei bambini. Ad esempio “Anna ciuccio” può essere riformulata al bambino con “Dimmi Anna, vuoi qualcosa? Vuoi il ciuccio perché sei stanca? O vuoi vedere se il ciuccio è nel tuo armadietto?”
Nota. Per bambini di età superiore ai 24 mesi, è necessario che l’educatrice di asilo nido insista per farsi ripetere dal bambino la frase e, una volta espressa, riformularla in maniera corretta.
Attività e sviluppo dell’alfabetizzazione 18-24 mesi
Attività e sviluppo dell’alfabetizzazione 18-24 mesi
Tra 18 e 24 mesi, per quanto riguarda lo sviluppo dell’alfabetizzazione, l’educatrice può contribuire allo sviluppo delle future capacità di lettura e di alfabetizzazione con semplici, ma efficaci attività di supporto. In particolare l’educatrice può facilitare esperienze relative al linguaggio, ai suoi elementi costituenti e all’uso dei libri da parte dei bambini.
Tra 18 e 24 mesi il bambino è in grado di:
- Manifestare consapevolezza fonemica; in particolare il bambino:
- Riconosce alcuni suoni dell'ambiente e i versi degli animali comuni
- Manifestare consapevolezza del libro e del linguaggio scritto; in particolare il bambino:
- Comincia a essere coinvolto nella lettura di libri ad alta voce
- Manifestare attenzione alla scrittura; in particolare il bambino:
- Comincia a scarabocchiare spontaneamente
Vediamo ora alcune attività relative allo sviluppo dell’alfabetizzazione a 18-24 mesi: in dettaglio.
1. Inizia a cantare una canzone
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare la consapevolezza fonemica dimostrata dal bambino per cui egli inizia a canticchiare i ritornelli delle canzoni, sia in momenti di piccolo gruppo sia tra sé e sé.
Attività: frasi ripetute nelle canzoni
Quando un bambino comincia a produrre le prime brevi frasi, solitamente inizia anche ad imitare le frasi ripetute (e quindi familiari) che sente nelle canzoni a lui proposte frequentemente. Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido:
Deve cantare ai bambini canzoni con parole semplici, frasi brevi e ripetute in maniera frequente. Tre o quattro canzoni sono sufficienti.
Attività: prime filastrocche (tiritere)
Per bambini di età 18 - 24 mesi l’educatrice di asilo nido può proporre semplici filastrocche e tiritere basate su giochi di parole. A tal proposito è molto interessante proporre le filastrocche dell’area geografica e culturale in cui è situato l’asilo nido.
2. Comincia a essere coinvolto nella lettura di libri ad alta voce
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità iniziali del bambino di conoscenza e consapevolezza del libro e del linguaggio scritto per cui egli comincia ad ascoltare e mostrare interesse per i racconti letti ad alta voce. Ricerca attivamente l’educatrice per ascoltare libri. È interessante notare che i bambini cercano un rapporto uno a uno con chi legge il libro.
Nota importante. La lettura consiste nell’esplicitazione delle immagini di ciascuna pagina e nel suo adattamento allo sviluppo dei bambini. In alcuni libri per bambini capita di trovare testi che non sono integrati o coerenti con quanto illustrato nella pagina, e l’educatrice deve ovviare a questo problema (vedi Lettura al nido e Libro come strumento educativo).
Attività: Lettura immagine per immagine
Tra 18 e 24 mesi, la maggior parte dei bambini amano osservare le illustrazioni dei libri. Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido può unire questa appetenza alla lettura di storie, ad esempio proponendo ai bambini libri che contengono immagini interessanti per loro. Nota: solitamente, quando i bambini hanno individuato un libro per loro interessante, lo propongono autonomamente all’educatrice.
L’educatrice legge il libro, soffermandosi sulle immagini significative e collegate alle varie frasi. In pratica la lettura del libro, immagine per immagine, serve come occasione di attenzione congiunta per promuovere lo sviluppo del linguaggio. Inoltre, tale lettura immagine per immagine è una attività utile a promuovere lo sviluppo della capacità di fare attenzione; ad esempio: il bambino indica un aspetto dell’immagine su cui l’educatrice si sofferma in fase di lettura.
Attività: Grandi libri in gruppo
Tra 18 e 24 mesi, i bambini cercano un rapporto uno a uno con l’educatrice che legge il libro. In altre parole, la narrazione ad un grande gruppo non è coerente con lo sviluppo dei bambini di questa età.
È possibile per l’educatrice di asilo nido coinvolgere più bambini (anche 3-5 alla volta) con una lettura ad alta voce e nel contempo mantenere una vicinanza fisica con ciascuno di questi bambini usando un libro di grandi dimensioni e visibile a tutti i bambini.
In pratica, i bambini sono vicini e a contatto con l’educatrice, che si dispone in un angolo posizionando il libro in maniera tale da essere visto da tutti. Il libro dovrebbe essere di grandezza tale da permettere ad almeno due bambini di toccarne le immagini senza intralciarsi.
Un esempio della costruzione di questo libro di grandi dimensioni è in Grandi libri.
Una variante consiste nel libro a muro, con poche immagini, con l’educatrice che si sposta da una immagine all’altra per leggere.
Buona pratica: coinvolgere nella lettura
Tra 18 e 24 mesi, i bambini cercano un rapporto individuale con l’educatrice che legge il libro. È importante che l’educatrice di asilo nido tenti costantemente di coinvolgere ciascun bambino nel processo di lettura del libro. Ad esempio può fare domande al bambino, fargli dire parti del racconto che già conosce, (per bambini più grandi) introdurre variazioni nella storia in maniera che il bambino possa “correggere” e ritornare alla storia conosciuta. Per un approfondimento dei vari tipi di lettura, vedi Lettura al nido.
3. Comincia a scarabocchiare spontaneamente
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità del bambino di attenzione alla scrittura per cui egli comincia a scarabocchiare spontaneamente e a fare segni sulla carta quando gli si propongono strumenti di scrittura, come un grande pastello, anche a cera, o un pennello. Le educatrici possono proporre quanto sperimentato con i bambini nel semestre precedente (ad esempio la pittura con le mani e la pittura a dita edibile), ma anche proporre l’utilizzo di strumenti più raffinati come i pennelli. La riproposizione dovrebbe avvenire con un arricchimento di stimoli, ad esempio: proponendosi come modello; sfruttando l’attenzione congiunta, ecc.
Attività: I nostri primi scarabocchi
Tra 18 e 24 mesi la maggior parte dei bambini comincia a scarabocchiare spontaneamente, se hanno un foglio ed uno strumento in mano (pastello, pennello).
Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido può: a) proporre a ciascun bambino un foglio e uno strumento di scrittura sicuro, come un grande pastello o pennello, con colori atossici e facendo attenzione a eventuali usi pericolosi. Nota. È consigliabile a questa età che l’educatrice fornisca a ciascun bambino un numero sufficiente di pastelli o tempere in modo da evitare possibili conflitti tra bambini.
Attività: sequenze di colori
L’educatrice di asilo nido può proporre sequenze di colori complementari o che possano armonizzarsi quando mescolati (ogni cinque-sei minuti). Alcuni esempi di sequenze sono: blu-giallo-bianco-rosso; oppure giallo-grigio-rosa. La proposta di questa attività è fruita come una semplice sperimentazione; mentre la sequenzialità delle combinazioni può essere compresa dai bambini di 30 mesi in poi.
Attività e sviluppo socio-emotivo 18-24 mesi
Attività e sviluppo socio-emotivo 18-24 mesi
Tra 18 e 24 mesi, per quanto riguarda lo sviluppo socio-emotivo, il bambino continua a sviluppare una serie di competenze individuali, sociali ed emotive. Il bambino esprime emozioni diverse a seconda di come si sente (bene, a disagio) e di cosa prova (tristezza, allegria). Riconosce persone familiari e rispecchia le emozioni che lo circondano. Questi elementi sono alla base della costruzione di interazioni sociali con gli altri.
Tra 18 e 24 mesi il bambino è in grado di:
- (Continua a) sviluppare il concetto di Sé; in particolare il bambino:
- Mostra una varietà di emozioni in modo coerente alla situazione
- Inizia a manifestare la propria autonomia
- Cooperare con l’educatrice e intrattenere relazioni sociali; in particolare il bambino:
- Reagisce alle emozioni altrui
Vediamo ora alcune attività relative allo sviluppo socio-emotivo a 18-24 mesi in dettaglio.
1. Mostra una varietà di emozioni in modo coerente alla situazione
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare lo sviluppo del concetto di Sé del bambino per cui egli manifesta una varietà di emozioni a seconda delle situazioni e delle interazioni sociali con altre persone.
Buona pratica: accogliere il bambino e allontanarlo dalla situazione
Tra 18 e 24 mesi, le emozioni negative svolgono un ruolo cruciale per ogni bambino. È fondamentale che l’educatrice di asilo nido non neghi tali emozioni negative (o peggio ancora vi risponda in maniera emotiva, ad esempio arrabbiandosi o usando sarcasmo). Quando un bambino manifesta un'emozione negativa (crisi di pianto, disagio, tristezza, rabbia), l’educatrice dovrebbe:
- Riconoscere e accogliere il bambino
- Sdrammatizzare la situazione (mantenendo un atteggiamento calmo e un clima sereno), senza invalidare la sua percezione della situazione stessa
- Allontanarlo temporaneamente dalla situazione presente attraverso l’interazione con l’educatrice
Ad esempio, allontanarsi assieme al bambino con frasi del tipo: “Anna, vedo che sei triste, mi spiace. Dai, adesso vieni con me e mettiamo via i giochi assieme. Vuoi venire con me, Anna?”.
Questa pratica è utile anche per i bambini con disagi dovuti a lunghe assenze dall’asilo nido, prima del riambientamento dei bambini. Infatti, il coinvolgimento diretto con l’educatrice facilita tale riambientamento.
Buona pratica: accogliere il bambino e coinvolgerlo in una scelta (sviluppo di strategie di gestione dello stress)
Verso i 20-24 mesi, per favorire il controllo delle emozioni negative da parte del bambino, l’educatrice di asilo nido può:
- Riconoscere e apprezzare l’emozione del bambino (verbalizzazione, con contatto fisico se il bambino lo accetta)
- Mantenere un atteggiamento e un clima sereno (ricordiamoci che gli altri bambini sono molto attenti e sensibili a quello che l’educatrice sta facendo). In pratica l’educatrice si propone come modello emotivo
- Proporre al bambino una scelta tra cose da fare come strategia di soluzione dello stress legato all’emozione provata. La scelta tra due cose da lui gestibili permette al bambino di recuperare il controllo della situazione e gestire l’emozione. Per un approfondimento sulle strategie di gestione dello stress, vedi Stress nei bambini al Nido – Risposte e Strategie di Gestione
Un esempio. L’educatrice, con sorriso e voce tranquilla, stabilito il contatto oculare, dice: “Anna, mi dispiace che sei triste perché mettiamo via i giocattoli. Puoi aiutarmi a riordinare o puoi andare a sederti sul tappeto. Che vuoi fare? Metti via i giocattoli con me o ti siedi sul tappeto?”. Nel contempo l’educatrice si avvicina alla bambina e le porge la mano per farsela prendere. Si può osservare che le proposte fatte a Anna sono tre: nuova interazione ludica con l’educatrice (riordino), possibilità di gestione autonoma allontanandosi in un angolo tranquillo, accoglienza e contenimento fisico (la mano tesa).
Buona pratica: educatrice come “evidenziatrice” emotiva
L’educatrice di asilo nido può verbalizzare lo stato d’animo dei bambini, in maniera semplice e diretta, con frasi del tipo: “B, adesso vedi che A. è arrabbiata. Cosa dici se la invitiamo a giocare con noi ?”.
Buona pratica: educatrice come spiegazione emotiva
L’educatrice può verbalizzare lo stato d’animo di un bambino soggetto ad una forte emozione al bambino stesso, in maniera semplice e diretta, con frasi del tipo: “A., vedo che sei arrabbiato e ti comporti così perché sei arrabbiato, lo capisco; ma ti voglio bene lo stesso e aspetto che torni a giocare con me e con i tuoi amici”.
2. Inizia a manifestare la propria autonomia
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare lo sviluppo del concetto di Sé del bambino per cui egli inizia a manifestare la propria autonomia in tutti gli aspetti della vita all’asilo nido, dalle routine ai giochi, dalle attività ai momenti di transizione, con i pari e con le educatrici.
La manifestazione dell’autonomia del bambino può incidere in maniera rilevante sull’operatività delle educatrici di asilo nido, se non gestita in maniera adeguata ai bisogni del bambino stesso. Si consideri ad esempio il grande bisogno di decidere in modo autonomo gli spostamenti e le deambulazioni, i conflitti con i pari, ecc.
Buona pratica: osservare e rispettare i bisogni del bambino
Tra 18 e 24 mesi, per sfruttare a fini educativi l’espressione della propria autonomia da parte di ciascun bambino e nel contempo sviluppare le situazioni educative in maniera ottimale, l’educatrice di asilo nido può:
- Osservare quali siano i bisogni di ciascun bambino in situazioni simili precedenti, in particolare come ciascun bambino esprima la sua nascente autonomia (comportamenti motori, interazioni con i pari, scelta di un tipo di gioco, interazione con l’educatrice)
- Progettare nuovamente (rispetto a quanto previsto nella programmazione didattica iniziale) la situazione da sviluppare considerando in primo luogo proprio questi bisogni
- Osservare se la nuova progettazione permette lo svolgersi della situazione educativa in maniera serena e regolare per tutti i bambini partecipanti
3. Reagisce alle emozioni altrui
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità di cooperazione con l’educatrice e di mantenimento delle relazioni sociali del bambino per cui egli reagisce alle emozioni degli altri, come: ridere con qualcuno, rattristarsi quando un altro bambino piange, mostrarsi sorpreso quando qualcuno è sorpreso.
Buona pratica: educatrice come modello emotivo
È importante che l’educatrice sia consapevole della grande attenzione che il bambino presta a quanto lei e gli altri bambini esprimono e manifestano e a come si comportano. Infatti, tra 18 e 24 mesi acquisisce grande importanza il fenomeno del “social referencing”: il bambino valuta e reagisce a ciò che sta accadendo in base alle reazioni che hanno i pari.
Ad esempio: l’educatrice può verbalizzare il proprio stato d’animo, in maniera semplice e diretta ai bambini, con frasi tipo: “Oggi sono felice e mi piace stare qui a giocare con voi”
Nota. Alcune riflessioni sull'importanza dell'empatia sull'operatività e le azioni educative dell'educatrice sono in Empatia tra bambini al Nido – Implicazioni per l’educatrice.
Buona pratica: dopo la verbalizzazione dello stato d’animo di un bambino ai pari
(Verso i 20-24 mesi) Dopo la verbalizzazione dello stato d’animo di un bambino, l’educatrice può rivolgersi a tutti e dire: “Avete visto che A. è arrabbiato, perchè ha fatto una faccia così...” (educatrice dimostra); “Dai , proviamo e facciamo vedere a A. come si fa una faccia allegra?”; “Dai, facciamo una faccia allegra!” (Educatrice qui esprime allegria). “Dai, A., vuoi provare anche tu?”
Nota. L’educatrice deve riconoscere, apprezzare e elogiare i tentativi dei bambini. Questa attività non deve essere usata come strumento di pressione sociale sul bambino arrabbiato, triste, ecc., che si è allontanato momentaneamente dal gruppo. Questo bambino dovrà sempre essere accolto e rispettato nelle sue manifestazioni.
Buona pratica: strategie di coping
L’educatrice si rivolge a tutti e dice “avete visto che è A. è arrabbiato, perchè ha fatto una faccia così...” (educatrice dimostra). Subito dopo l’educatrice prova a creare una interazione con qualche bambino empatico e proattivo verso gli altri, o un bambino con cui A. fa “coppia fissa” (di solito dai 24 mesi in poi): “Quando tu sei arrabbiato cosa fai?” Quindi propone la strategia che questo bambino usa di solito (ad esempio: portare un giocattolo). “Dai, porta un giocattolo a A., che è così arrabbiato”. In pratica l’educatrice valorizza il comportamento empatico e proattivo di uno o più bambini nel gruppo per a) consolare e non isolare il bambino che esprime disagio; b) proporre esempi di gestione della situazione a tutti i bambini (come tolleranza della frustrazione, riduzione dello stress, interazione con quella emozione specifica).
Attività: saluta tutti
Tra 18 e 24 mesi, per sfruttare a fini educativi la capacità di reazione alle emozioni altrui del bambino, l’educatrice di asilo nido può organizzare il momento del saluto di un bambino (in cui questo si allontana dal gruppo per ricongiungersi alla famiglia). Ad esempio, l’educatrice può evidenziare al gruppo le emozioni che si manifestano (A. è contento, A. è irrequieto perché vuole finire quel gioco, B. è triste perché A. si allontana, ecc.) agli altri bambini, inserendo tale proposta socio-emotiva nel rituale di uscita dal gruppo. È importante evidenziare ciò che si prova, sia a chi esce sia a chi permane nell’asilo nido. Questa pratica deve essere compiuta dall’educatrice con un tono calmo e sereno, sorridendo, per dimostrare ai bambini di avere il controllo della situazione e proponendosi come un modello di comportamento emotivo per questo momento di uscita dal gruppo e per la gestione dei disagi connessi.
Nota. L’educatrice deve ricordare, sia al bambino che esce sia agli altri, che domani ritorneranno assieme nell’asilo nido, dando un senso di continuità alle esperienze dei bambini.
Attività e sviluppo motorio, benessere fisico e senso di sicurezza 18-24 mesi
Attività e sviluppo motorio, benessere fisico e senso di sicurezza 18-24 mesi
Tra 18 e 24 mesi le capacità motorie del bambino sono in rapido sviluppo. Il bambino cammina, corre, inizia a saltare. Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice dovrà fornire un ambiente sicuro e incoraggiante che il bambino possa esplorare, sviluppando così le proprie abilità motorie. L’educatrice deve ricordare che il bambino tra18 e 24 mesi non ha coscienza e comprensione dei pericoli.
Tra 18 e 24 mesi il bambino possiede:
- Capacità motorie in rapido sviluppo; in particolare il bambino:
- Inizia a correre e cerca di saltare a piedi uniti
- Sale, scivola, si dondola
- Partecipa a una serie di attività motorie globali anche complesse
- Comincia a dimostrare una buona coordinazione occhio-mano
- Capacità inerenti la Salute e la Sicurezza in rapido sviluppo, in particolare per quanto riguarda l’alimentazione, qui non considerate
Vediamo ora alcune attività relative allo sviluppo motorio, del benessere fisico e del senso di sicurezza a 18-24 mesi in dettaglio.
1. Inizia a correre e cerca di saltare
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità motorie in rapido sviluppo del bambino per cui egli comincia a correre in maniera regolare e fa tentativi di saltare sul posto o riesce a saltare (a piedi uniti).
Attività: piccoli salti
Tra 18 e 24 mesi, per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido può inserire queste azioni motorie nel maggior numero di attività programmate. Un sistema semplice è predisporre una pedana o dislivello con un cuscino sottostante anche al di fuori dell’angolo riservato al gioco motorio.
Buona pratica: spazio sufficiente per il libero movimento di corsa
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido deve sempre considerare la grande appetenza per il movimento veloce (corsa) dei bambini. In particolare deve prevedere uno spazio sufficiente ai bambini sia per correre e rincorrersi per alcuni metri, sia per evitare scontri.
Con bambini più grandi è possibile creare dei semplici percorsi, di uno o due elementi. Ad esempio: un cestone attorno cui girarsi quando si arriva alla fine del corridoio (evitando così di finire addosso al muro).
2. Sale, scivola, si dondola
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità motorie in rapido sviluppo del bambino per cui egli sale, scivola, si dondola, per proporre attività ludiche come le seguenti.
Attività: piccole salite e discese
Tra 18 e 24 mesi, per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido può inserire queste azioni motorie nel maggior numero di giochi liberi previsti. Un sistema semplice è prevedere uno o più scivoli di plastica con un materassino sottostante. Nota. L’educatrice deve sorvegliare attentamente i bambini che salgono e scendono dallo scivolo per evitare pericoli fisici e conflitti.
Attività: dondolio
Tra 18 e 24 mesi, per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido deve prevedere uno o più giochi che possano permettere il dondolio. Questi sono solitamente giochi acquisiti dal servizio proprio per tale scopo (ad esempio: cavalli, ecc.).
Per ovviare alla usuale carenza di giochi destinati al dondolio, è possibile usare i blocchi da psicomotricità dalla forma a ponte (rovesciati sotto sopra).
3. Partecipa a una serie di attività motorie globali anche complesse
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità motorie in rapido sviluppo del bambino per cui egli comincia a partecipare alle attività che coinvolgono, braccia, gambe e piedi. Queste possono includere: correre, saltare, prendere a calci o lanciare una palla, battere una palla, ecc.
Attività: rincorri la palla
Tra 18 e 24 mesi, per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido può proporre ai bambini delle palle di grandi dimensioni (25-40 cm), che questi possono spingere e rincorrere. Per valorizzare le capacità di corsa dei bambini, l’educatrice può lanciare qualche palla in modo che i bambini la possano rincorrere in velocità. Nota: sono necessarie più palle, per evitare l’insorgere di conflitti; ideale è averne una per bambino.
Attività: prendere e lanciare
Verso i 22-24 mesi, il bambino è di solito in grado di lanciare degli oggetti in maniera mirata (il lancio come azione volontaria è già competenza acquisita da alcuni mesi, la mira lasciava però molto a desiderare...). Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido propone ai bambini attrezzi da lancio opportuni, come i sacchetti di fagioli.
L’educatrice quindi si fa lanciare i sacchetti e li ridà in mano ai bambini. Ad esempio, con i bambini messi a semicerchio, chiede a turno che le si lanci un sacchetto.
Nota. Anche se il bambino può essere in grado di lanciare, a quest’età di solito non è in grado di ricevere, cioè prendere al volo quello che gli si passa. È comunque consigliabile che l’educatrice incoraggi il bambino a ricevere, per coinvolgerlo maggiormente nel gioco (l’educatrice diventa un modello anche per i lanci). È sufficiente passare il sacchetto al bambino da poca distanza, e incoraggiarlo quando gli cadrà a terra.
4. Comincia a dimostrare una buona coordinazione occhio-mano
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità motorie in rapido sviluppo del bambino per cui egli inizia a dimostrare una buona coordinazione occhio-mano, come raccogliere oggetti con la presa a pinza, versare acqua in un contenitore, ecc.
Attività: Travasi per la coordinazione occhio-mano
Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido propone travasi di liquidi o solidi, disponendoli nello spazio in maniera da incentivare l’esplorazione del travaso con più strumenti.
Questi travasi stimolano la coordinazione occhio-mano in quanto devono essere mirati dal bambino. È consigliabile che siano effettuati in un angolo dedicato o con un telo sotto. Ottima è la vasca da travasi.
Nota. È importante che l’educatrice, nel progettare attività di travaso, consideri il grande bisogno dei bambini di quest’età di muoversi, correre e portare in giro con sé gli oggetti.
Attività: infilare oggetti
Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido propone di infilare oggetti di dimensioni contenute (atti a essere presi a pinza dai bambini) in contenitori con aperture non molto grandi (circa il doppio degli oggetti). Ad esempio: fagioli secchi in bottiglie d’acqua vuote.
Nota. Le piccole dimensioni impongono una costante sorveglianza da parte delle educatrici per evitare pericoli di ingestione e soffocamento.
Attività: infila anelli
Un ottimo gioco per incentivare la coordinazione occhio-mano, in tutta sicurezza, è data dal gioco “infila anelli”, ad esempio come costruito in Infila-anelli.
Attività e sviluppo dell’espressività creativa 18-24 mesi
Attività e sviluppo dell’espressività creativa 18-24 mesi
Tra 18 e 24 mesi lo sviluppo dell’espressività creativa, cioè in sintesi la capacità di associare musica, movimento e parole, usare strumenti affini sonoro-musicali, utilizzare espressioni grafiche e di modellazione, continua a manifestarsi. Una educatrice di asilo nido deve essere in grado di sostenere e promuovere questo sviluppo, partendo dalla consapevolezza delle fasi di sviluppo e creando un ambiente favorevole e stimolante, ad esempio con proposte idonee.
Tra 18 e 24 mesi il bambino è in grado di:
- Associare musica, movimento e parole; in particolare il bambino:
- Inizia a cantare le parole delle canzoni
- Associa movimenti complessi alla musica
Inoltre il bambinoè in grado di associare movimenti e espressioni grafiche; in particolare il bambino:
- Associa movimenti complessi alla espressione grafica
Vediamo ora alcune attività relative allo sviluppo dell’espressività creativa a 18-24 mesi in dettaglio.
1. Inizia a cantare le parole delle canzoni
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità del bambino di associare musica, movimento e parole per cui egli inizia a cantare le parole in rima (prima la sillaba di rima, poi le parole finali) delle canzoni e delle canzoncine mimate proposte dall’educatrice.
Attività: Canzoni
Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido può proporre una serie di canzoni caratterizzate da rime finali. Sono particolarmente efficaci le canzoni che si accompagnano a movimenti motori globali (salto, accucciarsi, sdraiarsi, battere le mani, battere i piedi, ecc.). Un esempio di canzone è in Campane di Mortaron.
Questa serie di canzoni può essere introdotta anche nel corso dell’anno educativo, tenendo conto che sono sempre necessarie alcune ripetizioni prima che divengano familiari ai bambini.
Le canzoni sono un’ottima attività da impiegare nei momenti di transizione (ad esempio tra merenda e cambio, tra cambio e attività, ecc.) e nei momenti di attesa in generale (ad esempio finché il cibo non è a tavola).
Attività: Canzoni con strofa iniziale “a scelta”
Tra 18-24 mesi l’educatrice può iniziare a proporre ai bambini la scelta di una parte della canzone a loro più cara. Ovviamente le canzoni devono essere costituite da strofe con una chiara definizione e indipendenti una dall’altra. In pratica l’educatrice chiede ai bambini come iniziare una canzone, e modifica la canzone stessa in base alla loro scelta. Ad esempio, nella canzone “Pappa-cia” (o “I fuochi”), l’educatrice chiede “Di che colore accendiamo il fuoco?”, e sceglie poi (a turno) un colore proposto da un bambino dando a tutti la possibilità di esprimersi.
Attività: Parola del Giorno nella canzone
Tra 18 e 24 mesi, il bambino comincia a dire semplici frasi e dimostra interesse alle nuove parole. Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido può proporre nuove parole attraverso la creazione o modifica di una semplice canzone o filastrocca.
Un suggerimento è progettare preventivamente una serie di piccole strofe con oggetti comuni (2-3 strofe), e all’occorrenza unirvi una frase inventata con la nuova parola. Le strofe progettate possono essere anche derivate da altre canzoni; possono inoltre essere inserite nel progetto educativo.
Si può sfruttare la situazione di gruppo per proporre la parola del giorno nella canzone. Questo è interessante sopratutto per nuove parole che sono portate nel gruppo da un singolo bambino (cioè che arrivano dall’esperienza esterna al nido).
Buona pratica: documentazione delle nuove parole
L’educatrice può raccogliere le parole apprese dai bambini nella documentazione della loro vita all’asilo nido. Questo può essere fatto sia in forma scritta (un semplice elenco con le eventuali canzoni che contengono le parole e le situazioni educative in cui sono usate) o in forma multimediale (registrazioni audio-video).
2. Associa movimenti complessi alla musica
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità del bambino di associare musica, movimento e parole per cui egli apprezza le canzoni che propongono movimenti di tutto il corpo.
Attività: Canzoni con il corpo
Tra 18 e 24 mesi, per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido può proporre una serie di canzoni caratterizzate da frasi che invitano a movimenti grosso-motori. Particolarmente apprezzati sono: saltare, accucciarsi, sdraiarsi, battere le mani, battere i piedi, ecc. Alcuni esempi: Leprotto leprottino”, “Lo sceriffo”, ecc. A questa età è possibile iniziare il girotondo: 3 o 4 bambini assieme all’educatrice. È inoltre possibile proporre il trenino ai soli bambini, purchè non molto lungo.
Nota sul trenino. L’educatrice deve sempre considerare che alcuni bambini non vogliono essere presi alle spalle; con una semplice osservazione dei loro comportamenti, può individuare i bambini da mettere in coda al trenino e rendere l’attività piacevole per tutti.
3. Associa movimenti complessi all'espressione grafica
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità del bambino di associare vari movimenti per esprimersi graficamente, proponendo al bambino più sperimentazioni diverse.
Attività: pittura con il corpo
L’educatrice di asilo nido propone ai bambini la pittura con il corpo. In assenza di uno stanza (non molto ampia, completamente piastrellata per esigenze di pulizia e dotata di specchi) dedicata alle attività sporchevoli, è consigliabile utilizzare il lavandino, possibilmente vicino ad uno specchio. L’educatrice mette vicino a ciascun bambino dei colori atossici, lasciando la possibilità di toccarli e di sperimentarli sul proprio corpo. È importante che l’educatrice non suggerisca le azioni da compiere, ma lasci ai bambini completa autonomia
Dopo il contatto con la pittura, se l’attività è proposta in bagno, l’educatrice mette i bambini nel lavabo, dando loro l’opportunità di giocare con l’acqua. Nota. Non tutti i bambini apprezzano il bagno in vasca. In questi casi è sufficiente che l’educatrice pulisca il bambino che non vuole giocare in vasca e lo rivesta.
Nota. In alcuni asili nido le educatrici propongono la pittura sul corpo dopo aver denudato completamente i bambini, lasciando loro addosso solo il pannolino. In altri asili nido, invece, si preferisce far spogliare i bambini solo a metà busto.
Attività e sviluppo degli approcci all'apprendimento 18-24 mesi
Attività e sviluppo degli approcci all'apprendimento 18-24 mesi
Tra 18 e 24 mesi lo sviluppo degli approcci all’apprendimento passa attraverso la capacità di prendere iniziative e mostrarsi curioso da parte del bambino. L’educatrice può sostenere questo naturale senso di curiosità, fornendo elementi diversi nell'ambiente del bambino.
Tra 18 e 24 mesi il bambino è in grado di:
- Prendere iniziative, mostrarsi curioso e impegnarsi per soddisfare la propria curiosità; in particolare il bambino:
- Inizia a imitare gli altri per risolvere i problemi in una varietà di modi
- Utilizza oggetti familiari in modo comune
Vediamo ora alcune attività relative allo sviluppo degli approcci all'apprendimento a 18-24 mesi in dettaglio.
1. Inizia a imitare gli altri per risolvere i problemi in una varietà di modi
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità del bambino di prendere iniziative, mostrarsi curioso e impegnarsi per soddisfare la propria curiosità per cui egli comincia a risolvere i problemi guardando come gli altri si comportano. Ad esempio: pulire dopo che si è sporcato, prendere un altro giocattolo per un bambino che vuole unirsi a lui per giocare.
Attività: Riordino
Tra 18 e 24, il riordino e l’esercizio di azioni di pulizia sono un ottimo modo per promuovere nei bambini alcune competenze di risoluzione di problemi (problem solving). Infatti, a differenza di come i bambini si comportano nelle età precedenti, ora è possibile per l’educatrice di asilo nido proporre le azioni da compiere e lasciare che i bambini sviluppino la soluzione a loro più adatta.
Per sfruttare a fini educativi tale capacità dei bambini, l’educatrice propone costantemente il riordino come parte integrante di tutte le attività, progettandolo e poi sviluppandolo come una vera e propria attività a sé stante. Il riordino, sopratutto se effettuato in gruppo e con materiali di varia grandezza, è un esercizio di esplorazione che permette di affrontare molteplici sfide di tipo logico, spaziale e temporale.
L’educatrice verbalizza le azioni da fare e i risultati da ottenere. Lascia quindi un margine di manovra ai bambini, senza interferire con le loro scelte. L’educatrice interviene direttamente solo in situazioni di pericolo fisico o in conflitti tra pari.
Vediamo due esempi.
a) Riordino dei tricicli. Finita la sessione di corsa con i tricicli, l’educatrice invita il gruppo di bambini a parcheggiare ciascuno il proprio. A questo punto si passa al riordino vero e proprio. Solitamente, negli asili nido il parcheggio avviene in uno spazio ben preciso; nel caso questo spazio non sia ben definito, è sempre possibile creare una “rastrelliera” disegnando a terra un rettangolo di dimensioni adeguate, ad esempio giallo. Le sfide da affrontare possono essere quindi:
- Posizionare i tricicli in maniera tale che siano all’interno dello spazio (per bambini più grandi, si può arrivare all’incastro tra i tricicli, in spazi di piccole dimensioni);
- Separare i tricicli di un tipo da quelli di un altro (rossi da una parte, gialli dall’altra);
- Separare le categorie (per chi ha biciclette, moto, auto, ecc.)
- Collaborare con un compagno per il posizionamento
- Ecc.
b) Riordino di materiali da incastro e costruzione. Finita la sessione di gioco con le costruzioni o con gli incastri, l’educatrice invita il gruppo di bambini a riordinare il materiale negli appositi contenitori. Per bambini più piccoli, sono sufficienti 3-4 cestoni o altro tipo di contenitore, in cui i bambini ripongono (dopo la raccolta) il materiale. Le sfide sono essenzialmente legate alla suddivisione del materiale. Per bambini più grandi è possibile ampliare il numero di contenitori, ognuno dedicato ad un aspetto particolare dei vari materiali: a un blocco, a due blocchi, ad angolo, colore, ecc. Se i contenitori sono abbastanza piccoli, la disposizione degli oggetti diventa una sfida per i bambini.
Attività: Riordino a gara
Nel caso di bambini dai 24 mesi in poi, l’educatrice di asilo nido può inserire un elemento di competitività nella fase di riordino. Ad esempio, se ogni bambino ha un proprio cesto di raccolta, l’educatrice può incoraggiare i bambini a riempire il più possibile il proprio cesto. Questa soluzione evita l’insorgere di conflitti (molto frequenti a questa età) dovuti all’affollarsi attorno a pochi cesti e all’accappararsi il gioco da riordinare.
Attività: Pulizia
Tra 18 e 24, i bambini amano pasticciare con materiali diversi; è possibile per l’educatrice di asilo nido sfruttare a fini educativi le azioni di pulizia proposte ai bambini per lo sviluppo di alcune competenze di risoluzione di problemi (problem solving). Infatti, a differenza di come i bambini si comportano nelle età precedenti, ora è possibile per l’educatrice proporre le azioni da compiere e lasciare che i bambini sviluppino la soluzione a loro più adatta.
L’educatrice propone costantemente la pulizia di quanto sporcato come parte integrante di tutte le attività, progettandola e poi sviluppandola come una vera e propria attività a sé stante. La pulizia, sopratutto se effettuata in gruppo e con materiali di varia grandezza, è un esercizio di esplorazione che permette di affrontare molteplici sfide di tipo logico, spaziale e temporale.
L’educatrice verbalizza le azioni da fare e i risultati da ottenere. Lascia quindi un margine di manovra ai bambini, senza interferire con le loro scelte. L’educatrice interviene direttamente solo in situazioni di pericolo fisico o in conflitti tra pari.
Vediamo tre esempi.
- Pulizia del tavolo o altre superfici con stracci di varia misura. L’educatrice può creare sfide ulteriori con stracci di colori diversi per sporco di colori diversi. Per i bambini più piccoli è comunque preponderante la ricerca di movimenti con uno straccio qualsiasi.
- Pulizia dei pennelli. Si effettua immergendo ripetutamente i pennelli in secchi con acqua. Consigliabile all’aperto, in stagione calda.
- Uso di scope e palette (di dimensioni adeguate ai bambini). Si possono usare anche quelle dell’angolo del gioco simbolico. L’educatrice deve comunque ricordarsi che a questa età le azioni dei bambini sono improntate prima all’imitazione, e solo con la crescita, ad una vera attività di gioco simbolico.
Nota. Spesso le pulizie dei bambini 18-24 mesi hanno esiti grossolani, e rischiano di aumentare il carico di lavoro del personale ausiliario. È pertanto necessario considerare questi aspetti in maniera coerente con i vari aspetti del servizio.
Buona pratica: verbalizzazioni
Le verbalizzazioni da usare per il riordino e la pulizia sono, oltre a indicazioni iniziali su quanto i bambini dovrebbero fare, incoraggiamenti e apprezzamenti di quanto fatto.
Le verbalizzazioni sono anche lo strumento per creare sfide adeguate alle competenze dei bambini. Ad esempio: “I blocchi blu li mettiamo qui, quelli rossi lì”, “ora mettiamo via le costruzioni a due blocchi e dopo quelle ad angolo: ora portatemi le costruzioni a due blocchi”. Chiaramente, ai bambini più grandi possono essere proposte sfide più consistenti: “A. metti i blocchi blu e ad angolo nel cesto verde”.
2. Utilizza oggetti familiari in modo comune
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità del bambino di prendere iniziative, mostrarsi curioso e impegnarsi per soddisfare la propria curiosità per cui egli inizia a usare oggetti comuni nelle attività quotidiane, come l'utilizzo di una spazzola per capelli, chiavi per aprire le porte, ecc.
Buona pratica: verbalizzazioni di oggetti e loro uso
L’educatrice di asilo nido deve sfruttare tutte le occasioni per verbalizzare il nome di oggetti di uso comune, indicando anche il nome dell’azione che li riguarda e come si esegue.
Ad esempio: lavarsi le mani in un lavandino con acqua e sapone. Oltre alla verbalizzazione “Prendiamo il sapone, mettiamone un po’ sulle mani perché dobbiamo lavarci le mani”, far seguire la verbalizzazione delle varie azioni fino all’asciugatura.
Attività e sviluppo del pensiero matematico 18-24 mesi
Attività e sviluppo del pensiero matematico 18-24 mesi
Tra 18 e 24 mesi il bambino inizia a sviluppare capacità e competenze relative al pensiero matematico, cioè capacità di comprensione delle relazioni topologiche e delle classi.
Tra 18 e 24 mesi il bambino è in grado di:
- Manifestare comprensione dello spazio, delle forme geometriche e dei rapporti tra gli oggetti (numeri) ; in particolare il bambino:
- Esplora i materiali e le loro relazioni reciproche (combinazioni e costruzioni)
Vediamo ora alcune attività relative allo sviluppo del pensiero matematico a 18-24 mesi in dettaglio.
1. Esplora i materiali e le loro relazioni reciproche (combinazioni e costruzioni)
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità del bambino di comprensione dello spazio, forme geometriche e rapporti per cui egli può esplorare oggetti con la manipolazione, come blocchi o piccoli giocattoli, e combinarli per creare qualcosa di diverso (torri di vario tipo, con molti elementi). Per sfruttare a fini educativi tale capacità del bambino, l’educatrice di asilo nido deve aver cura di proporre materiali che possano essere combinati tra loro a formare qualcosa di diverso. Oggetti come cilindri incastrabili tra loro o bicchieri possono stimolare la costruzione orizzontale già dai 20 mesi in poi. Un esempio di gioco che promuove la costruzione orizzontale è in Impila-orizzontale semplice. Un esempio di pista orizzontale è data dalla costruzione di una “pista” del treno.
L’attività di combinazione si concretizza anche nell’azione di distruggere il prodotto della combinazione stessa (ad esempio: buttar giù una torre): da un insieme si ritorna a pezzi separati.
Nota. Il numero di blocchi a disposizione deve essere sufficiente per evitare una causa di possibili conflitti.
Attività: costruzioni
I blocchi da costruzione sono ottimi materiali per aiutare un bambino a sviluppare la combinazione tra oggetti. Per sfruttare a fini educativi tale possibilità educativa, è consigliabile che l’educatrice di asilo nido proponga al bambino blocchi di diverse dimensioni. Sebbene i blocchi siano solitamente disponibili nell’angolo apposito (questo è un parametro di qualità secondo la SVANI, vedi anche SVANI – Sottoscala 1 - Arredi e materiali), è consigliabile che l’educatrice proponga le costruzioni in situazioni educative diverse tra loro, come attività strutturate e il gioco libero. Eventualmente possono essere proposti blocchi di tipo diverso. Ad esempio: scatole di cartone di varia misura in un gioco libero.
Nota. Può accadere che alcuni bambini dimostrino una preferenza per un certo oggetto o blocco, ad esempio raccogliendone solo un tipo. L’educatrice non deve interferire con questa attività molto importante (può essere un possibile anticipo dell’attività di classificazione, che solitamente avviene dopo i 24 mesi) ma continuare a fornire anche altri tipi di oggetti, oltre ad incrementare il numero di quelli preferiti.
Buona pratica: sempre più in alto
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice deve stimolare i bambini a usare sempre più blocchi per le loro costruzioni. Ad esempio con verbalizzazioni del tipo: “Bravo Luca, che alta la tua torre!, Dai, facciamo una torre ancora più alta di quella di Luca!”
Questa pratica è facilitata dalla proposta ai bambini di cilindri impilabili tra loro o con diametri leggermente decrescenti.
Attività: costruzione e espressione grafica
È possibile inserire l’attività di combinazione di blocchi in un’attività grafico-espressiva, ad esempio proponendo un gran numero di megablocchi assieme a colori a dita, che i bambini possono manipolare, colorare e usare per costruzioni.
Attività e sviluppo del pensiero scientifico 18-24 mesi
Attività e sviluppo del pensiero scientifico 18-24 mesi
Tra 18 e 24 mesi lo sviluppo cognitivo e del pensiero scientifico permette al bambino di esplorare intenzionalmente con tutti i sensi; di manipolare con un buon grado gli oggetti e di osservare con attenzione le conseguenze delle proprie azioni.
Tra 18 e 24 mesi il bambino è in grado di:
- Usare tutti i sensi per esplorare; in particolare il bambino:
- Esplora materiali con tutti i sensi
- Osservare gli oggetti e le azioni per brevi periodi di tempo (più lunghi del semestre di vita precedente), le ripete e ne conosce il nome; è particolarmente interessato alle conseguenze delle proprie azioni su oggetti e persone che lo circondano; in particolare il bambino:
- Riconosce parti del corpo
Vediamo ora alcune attività relative allo sviluppo del pensiero scientifico a 18-24 mesi in dettaglio.
1. Esplora materiali con tutti i sensi
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità del bambino di usare tutti i 5 sensi per esplorare, come il degustare un nuovo alimento, toccare la pelliccia di un animale, ascoltare storie, ecc., per soddisfare la propria curiosità.
Buona pratica: identificare gli oggetti in base a caratteristiche sensoriali diverse
L’educatrice può identificare e verbalizzare alcuni oggetti che possono essere presi dai bambini, sfruttando caratteristiche sensoriali meno comuni. Ad esempio, l’educatrice può chiedere un libro ai bambini non solo identificandolo in base alle immagini della copertina (visione), ma in base al tipo di cartoncino (liscio, ruvido, spesso, ecc.), al tipo di musica che emette (se sonoro), ecc.
Buona pratica: l’ingrediente speciale
L’educatrice può accordarsi con la dietologa e le cuoche per inserire nel menù del bambino aspetti organolettici complessi, come croccantezza, sensazioni di molliccio, tessiture diverse. Un classico esempio è l’uso di cracker, formaggio reso croccante al forno, pane di farine diverse, macinatura diversa della carne e verdure, ecc.
Nota: non si tratta di modifiche del gusto con spezie o erbe aromatiche, ma di modifiche della struttura e della tessitura del piatto proposto al bambino.
2. Riconosce parti del corpo
Tra 18 e 24 mesi, l’educatrice di asilo nido può sfruttare le capacità del bambino di osservare, ripetere e nominare per cui egli può indicare le parti del corpo comunemente nominate, come parti del viso, braccia, mani, gambe e piedi.
Attività: toccare il vostro corpo
L’educatrice di asilo nido può proporre un gioco di alternanza e imitazione ai bambini.
L’educatrice propone ai bambini una sequenza di azioni ludiche, di cui una o almeno due di movimento motorie globali ed una relativa alla denominazione di parti del proprio corpo.
Un esempio per chiarire: l’educatrice indica il proprio naso e dice:”Chi vuol fare il saltino, mi dice che cosa sto toccando?”, “Chi vuol fare l’inchino, mi dice che cosa si vede qui?”.
Nota: trovare le rime per questa attività è complesso. Si possono proporre le usuali canzoni che citano le parti del corpo, indicando via via tali parti (come ad esempio “La zia di Forlì”, “Uccellino Guglielmino” modificato per l’età, vedi Uccellino Guglielmino). Un’altra soluzione consiste nell’utlizzare i ritmi di canzoni semplici facilmente applicabili ad oggetti diversi, come “Fra Martino campanaro” (vedi Fra Martino come base).
Articoli collegati
Per una illustrazione dello sviluppo dei bambini di asilo nido nell’età 18-24 mesi si rimanda a Sviluppo del bambino 18-24 mesi.
Per alcune riflessioni sull'importanza della lettura come relazione tra educatrice e bambino, vedi Lettura al nido.
Per una analisi dello stresse della sua gestione da parte dei bambini di asilo nido, vedi Stress nei bambini al Nido - Definizione di stress e gestione dello stress e gli articoli collegati.
Conclusioni - Attività a 18-24 mesi di sviluppo
In questo articolo abbiamo proposto alcuni suggerimenti per attività didattiche e buone pratiche educative, utili alle educatrici di asilo nido per bambini di età compresa tra 18 e 24 mesi, basate sul relativo sviluppo. In particolare ci siamo concentrati sui seguenti aspetti dello sviluppo: 1) Linguaggio, per cui il bambino: Risponde a semplici domande e indicazioni; Inizia a dare indicazioni all’educatrice; Ripete le parole dette da altri; Inizia a usare frasi costituite da due parole, e comincia a usarle nel contesto corretto; 2) Alfabetizzazione, per cui il bambino: Riconosce alcuni suoni dell'ambiente e i versi degli animali comuni; Comincia a essere coinvolto nella lettura di libri ad alta voce; Comincia a scarabocchiare spontaneamente; 3) Socio-emotivo, per cui il bambino: Mostra una varietà di emozioni in modo coerente alla situazione; Inizia a manifestare la propria autonomia; Reagisce alle emozioni altrui; 4) Motorio, benessere fisico e senso di sicurezza, per cui il bambino: Inizia a correre e cerca di saltare a piedi uniti; Sale, scivola, si dondola; Partecipa a una serie di attività motorie globali anche complesse; Comincia a dimostrare una buona coordinazione occhio-mano.
Infine, per quanto riguardo lo sviluppo cognitivo a 18-24 mesi, ci siamo concentrati sui seguenti aspetti: 5) Espressività creativa, per cui il bambino: Inizia a cantare le parole delle canzoni; Associa movimenti complessi alla musica; Associa movimenti complessi all’espressione grafica; 6) Approcci all’apprendimento, per cui il bambino: Inizia a imitare gli altri per risolvere i problemi in una varietà di modi; Utilizza oggetti familiari in modo comune; 7) Pensiero matematico, per cui il bambino: Esplora i materiali e le loro relazioni reciproche con combinazioni e costruzioni; 8) Pensiero scientifico, per cui il bambino: Esplora materiali con tutti i sensi; Osserva gli oggetti e le azioni per brevi periodi di tempo; Riconosce parti del corpo.
Le attività da noi proposte, che una educatrice di asilo nido può facilmente inserire nel proprio progetto educativo, si basano sullo sviluppo delle capacità e delle competenze che il bambino tra 18 e 24 mesi possiede o sta per conseguire (zona prossimale di sviluppo).